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giovedì 27 settembre 2007

Intercettazioni, la Giunta salva D'Alema e molla Fassino


Massimo D'Alema si salva. Gli atti su Unipol che lo riguardano, cioè le telefonate in cui diceva a Consorte "facci sognare", dovranno andare all'europarlamento perché le intercettazioni possano essere utilizzate.

Piero Fassino e l'azzurro Salvatore Cicu invece dovranno farsene una ragione: i loro colloqui con Consorte e gli altri indagati della scalata alla Bnl potranno essere utilizzati anche come prova per successive incriminazioni per concorso in aggiotaggio e insieder trading. Oggi pomeriggio alle 17, dopo mesi di interminabili discussioni, la Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei deputati è finalmente arrivata a una prima decisione: per il ministro degli Esteri si sono dichiarati incompetenti, per Fassino e Cicu, no. Alla fine il giochetto di rimandare tutto l'incartamento alla Forleo, che sembrava la logica conclusione del tutto solo la settimana scorsa, non è passato perché in giunta si è messo di traverso il commissario Federico Palomba dell'Italia dei valori, minacciando sfracelli per conto di Di Pietro. Così alla fine il coniglio dal cilindro tirato fuori da qualche anonimo e solerte funzionario della giunta lo scorso mercoledì non ha avuto l'effetto di trascinamento previsto. E se D'Alema può tirare un ampio respiro di sollievo, Fassino e Cicu già dai prossimi giorni potrebbero dovere avere a che fare con carta bollata, avvocati e avvisi di garanzia.

L'organismo di Montecitorio si era già riunito alle 9 di mattina per un'ora, poi, dopo una sosta è tornato in conclave alle 14,15. Nella seduta di questa mattina era intervenuto Elias Vacca, relatore per la posizione del ministro degli Esteri. Praticamente alle 14 però era già tutto deciso, ma in giunta sono saltati fuori i garantisti di entrambi gli schieramenti e c'è stato un braccio di ferro tra chi voleva ridare alla Forleo tutto o solo il fascicolo di D'Alema. Alla fine per ragioni di immagine, o di casta, ha prevalso questa seconda linea e adesso già oggi la Camera potrebbe decidere se avallare o meno questa scelta.

Un particolare curioso che però rivela come ormai il mondo dell' "informazione fai da te" superi in tempismo quello del giornalismo: due giorni fa su un blog della piattaforma "fainotizia" di radioradicale.it era apparso il post di uno che si fa chiamare "lineagotica" che anticipava il cambio di strategia della giunta e che diceva di averlo saputo a un festival dell' Unità a San Piero in Bagno.

Più precisamente dall'onorevole dell'Ulivo Sandro Brandolini che avrebbe anticipato al blogger le intenzioni della giunta di concedere le autorizzazioni per le telefonate in cui è coinvolto Fassino ma di avere dovuto lottare non poco per vincere le sue ovvie resistenze. Secondo l'estensore del post intitolato "Forse autorizzano l'intercettazione relativa a D'Alema! indiscrezione ricevuta da un Deputato dell'Ulivo" (in realtà hanno autorizzato quella per Fassino, ndr), il deputato in questione gli avrebbe parlato di guerre intestine al partito nel caso Unipol e di strenua resistenza del segretario dei Ds alla tendenza oramai attuata di sacrificare lui per salvare Fassino si è dovuto rassegnare. E domani sarà l'aula a decidere della sua futura carriera politica. Come se non bastasse l'incognita del Pd.

Ora i politici strepitano: che vergogna la pubblicazione delle telefonate! Il problema sono le intercettazioni, non quello che i politici nelle intercettazioni dicono. Ora proveranno a fare una legge per blindarsi dentro il Residence della Politica

1 commento:

Anonimo ha detto...

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