"Organizza la tua mente in nuove dimensioni, libera il tuo corpo da ataviche oppressioni."
mercoledì 9 aprile 2008
La Bindi ha lavorato molto...
A noi Rosy Bindi sta così simpatica che non possiamo non parlare sempre di lei. L’ultima che ha combinato, dopo due anni da ministro della Famiglia in cui non si è segnalata pressoché per nulla, se non una furibonda battaglia sul nulla dei Dico, ha nominato tutti suoi amici nell’Osservatorio nazionale sulla famiglia. L’organismo, voluto nel 2004 dall’ex ministro Roberto Maroni, era nato con lo scopo di fornire studi di settore sulle problematiche inerenti il tema. Sede a Bologna, pochi membri, scelte bipartisan. Bindi ha atteso due anni, e due settimane dalle elezioni, per rendere noti i nomi dei nuovi dirigenti dell’Osservatorio. Intanto ha triplicato le sedi (Bologna, Bari, Roma), nominato 46 membri, di cui “di diritto” i sindaci Nichi Vendola e Sergio Cofferati (noti per le loro lotte a favore di mamme e papà), fatto fuori l’ex direttore Pierpaolo Donati (unanimemente riconosciuto come uno dei migliori studiosi in materie di politiche familiari) e gli esperti dell’università Cattolica di Milano, messo sulla sedia della vicepresidenza Renato Balduzzi, suo consigliere ed estensore della bozza Dico. Non lontane dalla realtà, dunque, le critiche di chi vi vede un «Osservatorio formato Dico» o un «Bindiosservatorio». I nominati, infatti, rimarranno in carica tre anni, e ci pare proprio difficile che con il prossimo governo possano andare d’amore e d’accordo. A guadagnarci solo le famiglie della Bindi. A sudare le famiglie italiane che non possono permettersi nemmeno il lusso di un doppio figlio
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