Difficile parlare di extracomunitari senza essere attaccato dalle solite critiche giustificazioniste. Nessuno può negare che non se ne può più! Ci stanno invadendo e, parafrasando un vecchio slogan leghista sono diventati "padroni a casa nostra" grazie anche ai nostri governanti che se li coccolano e gli fanno pure le leggi a favore. Si parla in questi giorni di prostituzione minorile e non, maschile e femminile, clonazione di carte di credito, furti in appartamenti, di auto e motorini, violenze sessuali e tutti i crimini comuni. Nella capitale il 75,5 % dei crimini sono commessi da rumeni. Dichiara Adriana Spera, capogruppo al Comune di Roma del Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea: "Una 'integrazione ragionevole', che persegua sostanzialmente alcuni importanti obiettivi: l'integrita' ed i diritti della persona, l'integrazione, la pacifica convivenza, che portino ad una convivenza sociale nella quale nessun gruppo percepisca l'altro come una minaccia" . Basta con questi discorsi scontati e che non danno risposte concrete ad un paese che, ora come mai, il tema della sicurezza è diventato all’ordine del giorno. La gente non si fa più scrupoli ad ammettere che ha paura. La paura quando diventa insostenibile genera in ribellione, se non trova risoluzioni in violenza, in questo caso anche in razzismo. La storia ne fa carta. In Slovenia dilaga la rivolta razzista anti-rom. Scenari inquietanti per un Paese che nella prima metà del 2008 presiderà l'UE. Per sensibilizzare l'opinione pubblica su questo problema, in novembre scorso ha avuto luogo una marcia, che partendo da Lubiana, ha toccato anche Trieste e Monfalcone. Ad Ambrus c'è stato sabato scorso il primo caso di violenza, con in prima fila la testa insanguinata di un contestatario locale che assieme ad altre centinaia di compaesani bloccava le strade impedendo alla polizia l'accesso all'insediamento rom. Ogni ipotesi di insediamento dei rom, in qualsiasi parte del paese, persino a Lubiana, porta in strada le cosiddette "vaške straže" la cui simbologia politica rievoca direttamente il collaborazionismo filonazista nella seconda guerra mondiale.
Quando si sono aperte le frontiere dell’UE a Bulgaria e Romania nel 2007, gli stati già membri come Austria, Inghilterra e Germania, diligentemente hanno provveduto subito a respingere l’attacco, limitandone gli ingressi in base al fabbisogno del mercato.
Il nostro governo come al solito, dalla mafia agli extracomunitari, sembra in letargo ogni volta che si presenta un’emergenza. Ora è tardi per affrontare il problema ma, in un modo o nell’altro, va attenuato. Fa strano sentirlo ma siamo in una vera è propria emergenza sicurezza. Delle soluzioni concrete e drastiche possono essere oggetto di vittorie elettorali. Per non essere retorico come le persone che fino ad ora ho criticato vorrei proporre delle soluzioni, sicuramente discutibili:
- Anche se membri dell’UE, ogni cittadino straniero che ha commesso almeno due crimini comuni o un crimine grave, all’interno del territorio italiano verrà espulso;
- Con appositi accordi, gli stati stranieri devono assicurare il controllo delle frontiere e se corrotti , una clausola permetterà il controllo delle frontiere da personale militare italiano ;
- I centri di accoglienza devono essere sorvegliati da personale militare per evitare fughe ;
- Lo stato italiano deve fare campagne pubblicitarie, o meglio, campagne preventive negli stati con maggior affluenza immigrati, mostrando che l’arrivo al nostro paese costa la vita, che le donne le fanno prostituire e non lavorare…
Queste proposte sono buttate così sul tavolino, senza vedere i limiti legali e senza essere stati discussi. Occorrerebbe organizzare un tavolo sulla sicurezza x confrontarci almeno noi Cdl e cercare di trovare una soluzione o almeno un paliativo al problema. Una volta trovate le soluzioni bisogna ottenere il consenso di qualche partito della maggioranza per approvarlo, dato che, se si lascia far a loro, tra comunisti e radicali… si dovrà fare una nuova legge sull’indulto perché oramai i carceri saranno pieni.
Nicola Santoro
( Sanmolis )
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