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martedì 20 marzo 2007

TV da comizio


Vale forse la pena di riflettere un po’ a freddo sul fenomeno montante dei conduttori televisivi in preda a sindrome da comizio.
I due casi più illustri e recenti sono quelli di Pippo Baudo e Michele Santoro.

Il primo, sull’onda del successo di ascolti del suo Sanremo, si è scagliato in diretta contro “i politici”, colpevoli di mettere in discussione i suoi cachet televisivi “invece di occuparsi dei veri problemi del paese”. Era furioso e irato, Pippo, mentre concionava contro la politica e sullo sfondo si udiva il fragore di applausi di dubbia autenticità. Per non parlare dei suoi attacchi insensati al Papa per creare notizia ed essere più "conforme" ai tempi.

Peggio ha fatto Michele Santoro durante la puntata di AnnoZero dedicata al tema dei Dico. Subito dopo la polemica uscita di Mastella dalla trasmissione, Santoro è esploso. Con l’occhio fisso sulla telecamera, il dito alzato e la fronte aggrottata ha urlato che “i politici la devono finire”, che “è una vergogna”, che “questi signori della politica si devono abituare alle domande”. Fino a dire, con risibile vittimismo, “cacciatemi pure, non me ne frega niente” (in realtà venne cacciato e gliene fregò moltissimo).

Questi episodi ci sembra vadano al di là del pur riprovevole “uso privato del mezzo televisivo”. Racchiudono una carica di antipolitica (per di più fatta da due politici incalliti) che ricorda fasi brutte e ancora brucianti della storia italiana recente.

I comizi di Baudo e Santoro sembrano la versione aggiornata – con tanto di ricaduta su youtube.com – dei pronunciamenti di Borrelli e soci, dei loro proclami contro la politica infetta davanti alle piazze plaudenti. La politica era debole allora come lo è oggi, e allora venne spazzata via dalla furia purificatrice delle manette.

Baudo e Santoro fanno quello che fanno e dicono quello che dicono perché colgono la stessa debolezza dell’interlocutore e sanno di poter accendere facilmente la furia delle loro platee. Non hanno bisogno di tribunali: hanno gli studi televisivi (da cui guai a evadere); e il loro potere è altrettanto irresponsabile di quello dei magistrati di allora (e di oggi).
I paralleli storici sono sempre pieni di trappole e non vogliamo spingerci oltre. Certo la situazione politica alimenta presagi foschi e il “pool” dei conduttori andrebbe tenuto d’occhio. La talevisione è pubblica? Se lo fosse non dovrebbe far interessi di parte. Da quando sono nato non ho mai visto una Rai obiettiva e oggi non è al passo con i tempi. Con tutte queste privatizzazioni penso che sia l'ora di privatizzare anche la televisione pubblica dato che non è capace di fare gli "interessi di tutti", e aumenta il canone di anno in anno.
Perché non sono solo canzonette.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Una parolina su Mediaset (e il suo principale azionista) però la potevi spendere ;-)

sanmolis ha detto...

Mediaset è una TV privata ed è tutto un'altro discorso. Noi a Mediaset non paghiamo certo il canone. Poi a parte Emilio Fede, a me sembra molto obiettiva...


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