Articolo di di Giulio Sansevero [ 10/07/2008] pubblicato su "LAVOCEDELLEVOCI"
Spunta fuori un altro appartamento di Antonio Di Pietro. Il leader dell'Italia dei Valori l'ha acquistato il 16 marzo del 2006 a Bergamo. 178 metri quadrati di superficie catastale, 9 vani, il tutto per una cifra molto bassa: 261.661.000 euro. L'immobile si trova al terzo piano di via Locatelli 29, una delle arterie piu' pregiate della “city” orobica. Abbiamo consultato un immobiliarista del posto e ci ha detto che un appartamento di quella grandezza, in quella zona, nel 2006 poteva essere tranquillamente venduto a non meno di 500.000 euro.
Un vero affare dunque per l'ex pm di Mani Pulite. Come ha fatto a pagarlo cosi' poco? L'ha acquistato dall'Inail, che, proprietario di tutto lo stabile, lo ha ceduto nell'ambito della cartolarizzazione del suo patrimonio immobiliare. La vendita e' avvenuta il 10 novembre 2004 tramite un'asta con offerte segrete presso il notaio Giuseppina Santangelo. Il prezzo base era di 204.085 euro. A parteciparvi pero' non era Di Pietro stesso, ma Claudio Belotti, il compagno di Silvana Mura, deputata e tesoriera, nonche' socia dell'Associazione Italia dei Valori, la donna che insieme a Tonino controlla con pugno di ferro le finanze del partito. Belotti in un primo momento veniva escluso dal notaio e l'appartamento se lo aggiudicava per 245.000 euro la Bergamo House srl.
Il “signor Mura” pero' non desisteva e presentava un primo ricorso al Tar, che lo respingeva e infine al Consiglio di Stato, che invece lo accoglieva. In giudizio nessuno dei soggetti interessati resisteva al Belotti, nemmeno l'aggiudicataria provvisoria. E siccome l'offerta targata Belotti era piu' alta, l'appartamento veniva venduto definitivamente a lui. Quindi all'atto del rogito, Belotti, che aveva partecipato all'asta per persona da nominare, rivelava che questa persona era Antonio Di Pietro. L'ex pm pagava con 5 assegni non trasferibili della Banca Nazionale del Lavoro e diventava cosi' proprietario dell'appartamento. Se si consulta l'elenco telefonico di Bergamo, ci si imbatte in due numeri (uno e' un fax) intestati a Silvana Mura. Entrambi fanno riferimento alla stessa abitazione, sita proprio in via Antonio Locatelli 29. I due numeri, inoltre, sono gli stessi dell'ufficio di via Taramelli 28, ex sede storica della tesoriera nazionale dell'Italia dei Valori. La coincidenza fa pensare che ora la tesoreria sia stata trasferita nell'appartamento acquistato da Di Pietro.
PARTITO CIRCOLARE
Sarebbe interessante sapere se per caso la Mura sia semplicemente sua ospite (visto il notorio disinteresse per il denaro dell'ex magistrato) o se per caso l'appartamento in questione sia stato affittato all'Italia dei Valori, esattamente come accaduto per quelli di via Casati a Milano e di via Principe Eugenio a Roma, sempre di proprieta' di Di Pietro. In ogni caso niente di illecito, naturalmente; ma se cosi' fosse, sarebbe la conferma che nell'Italia dei Valori cariche e proprieta' immobiliari, partito e parentele, sono come gli assegni: circolari. Per Di Pietro, peraltro, e' stata una vera fortuna che tutto si sia concluso prima della formazione del governo Prodi, perche' se fosse stato ministro, per effetto di norme interne dell'Inail, non avrebbe potuto aggiudicarsi l'appartamento.
Se ogni cosa, come sembra, e' in regola, l'ex titolare delle Infrastrutture dovrebbe tuttavia spiegare alla pubblica opinione dove trovi tutti questi soldi per comprare un cosi' cospicuo numero di appartamenti. Perche' a questo punto cominciano ad essere davvero tanti. Soprattutto per uno che nel 2005 e nel 2006 ha dichiarato un imponibile rispettivamente di 175.000 e 183.000 euro.
L'ITALIA DEI MATTONI
Ma vediamo di ricapitolare il patrimonio immobiliare del leader dell'IdV. Fin quando e' stato magistrato Di Pietro ha acquistato una villetta a Curno dove era andato a vivere con l'allora compagna Susanna Mazzoleni e poco dopo, esattamente nel 1994, un'altra villetta attigua, di otto vani, dove attualmente risiede quando si reca nella cittadina lombarda e dove in una stanza “bunker” conserva il suo archivio personale.
Quando nel 1995 diventa docente all'Universita' di Castellanza, acquista a Busto Arsizio, con un mutuo e i proventi di alcune cause per diffamazione vinte, un grande appartamento di circa 300 metri quadri che trasforma in sede operativa del partito. La spesa e' intorno ai 250 mila euro. L'80 per cento dell'importo viene coperto con un mutuo agevolato. Una parte di questo appartamento nel 2001 ha ospitato un gruppo di carabinieri inviati in servizio a Malpensa dopo l'11 settembre.
Poi nel 1999, appena eletto nel Parlamento Europeo, acquista a Bruxelles un bilocale di 80 metri quadrati. Prezzo ignoto. Lo shopping immobiliare continua e il 3 gennaio 2002 compra un appartamento in via Merulana, a Roma, quello dove vive quando si trova nella capitale. Altri otto vani, per un totale di 180 metri quadrati. Un quarto piano molto luminoso pagato intorno ai 650 mila euro grazie anche ad un mutuo di 400 mila euro acceso con la Bnl.
4 febbraio 2003. Di Pietro acquista a Montenero di Bisaccia, per suo figlio Cristiano, un attico di 173 metri quadrati. Sei vani e mezzo poi ampliati a otto e a 186 metri quadrati (piu' 16 di garage) grazie al condono edilizio del 2003. La spesa sostenuta e' all'incirca di 300 mila euro.
Meno di due mesi dopo, il 28 marzo, Di Pietro compra a Bergamo un quarto piano agli altri due figli, Anna e Toto. Sette vani e mezzo per un totale di 190 metri quadrati. L'appartamento e' situato in un elegantissimo palazzetto liberty di via dei Partigiani, una delle strade piu' belle del centro citta'.
Un giorno frenetico, quel 28 marzo. Presso lo studio del notaio Nosari, infatti, Susanna Mazzoleni, moglie di Di Pietro e madre dei tre ragazzi, acquista un appartamento di 48 metri quadrati, collocato anch'esso al quarto piano. La lista della spesa viene completata con due cantine e un garage, tutti in via dei Partigiani, tutti acquistati presso l'Immobiliare San Michele, rogitati lo stesso giorno e presso lo stesso notaio. Un esborso, dicono esperti immobiliaristi bergamaschi, intorno agli 800 mila euro. Chi ha pagato? Antonio Di Pietro o Susanna Mazzoleni?
Chi conosce Di Pietro sostiene che a pagare non puo' che essere stato il leader dell'Italia dei Valori. Nel 2004, consigliato da un notaio, Di Pietro decide di intestare all'An.To.Cri. (la societa' che prende il nome dalle iniziali dei suoi tre figli e che viene finanziata con prestiti personali del socio unico Di Pietro) l'appartamento che acquista a Milano in via Felice Casati: 9 vani per un totale di 190 metri quadrati. Il rogito avviene il 20 aprile. Il prezzo pagato e' 620 mila euro. Poco dopo An.To.Cri acquista a Roma un appartamento di 10 vani (stessa superifice, i canonici 190 metri quadrati) in via Principe Eugenio, non distante da via Merulana, dove Di Pietro abita. La spesa sostenuta e' intorno ai 900 mila euro. Di Pietro si accolla due mutui che accende presso la Bnl, 276 mila euro da rimborsare entro il 2015 per l'appartamento milanese, 385 mila per quello romano, da restituire entro il 2019. E com'e' noto le rate dei mutui Di Pietro le ricavera' (salvo poi ripensarci in seguito alle poche notizie comparse sull'affaire), dall'affitto versato all'An.To.Cri. dall'Italia dei Valori.
Siamo al 2005: il 23 dicembre Susanna Mazzoleni acquista un piccolo appartamento di due vani e mezzo nella centralissima via del Pradello e sempre lo stesso giorno diventa proprietaria di un ufficio di quattro vani e mezzo, 90 metri, ubicato nella medesima palazzina. Totale del valore tra i 400 e 500 mila euro. Ha pagato l'avvocato Mazzoleni che, come e' noto a Bergamo, di fatto non esercita piu' alcuna attivita' forense? Nel 2006, come sappiamo, Di Pietro acquista l'appartamento di via Locatelli a Bergamo, mentre nel 2007 l'ex ministro avvia l'impegnativa ristrutturazione della masseria di famiglia a Montenero di Bisaccia.
MONTENERO SUPERSTAR
La casa viene interamente demolita e ricostruita ex novo, con un considerevole ampliamento, giungendo ad un'estensione di circa 450 metri quadri, articolati in 12 vani e mezzo. La spesa per i lavori supera i 180 mila euro.
Nel corso degli anni Di Pietro, sempre nella natia Montenero, ha messo insieme 32 appezzamenti di terra, molti dei quali minuscoli, per un totale di 16 ettari di proprieta'. Alcuni di questi li ha ereditati dal padre e altri li ha riscattati dai familiari, difficile pero' ricostruire quanto abbia speso. Nel 2008, infine, il leader dell'Italia dei Valori acquista per sua figlia Anna un altro appartamento a Milano, in piazza D'Ergano: 60 metri quadrati nel quartiere della Bovisa. Costo intorno ai 300 mila euro.
A fronte di queste spese, Di Pietro ha venduto l'ufficio di via Milano, a Busto Arsizio, 300 metri in un zona piuttosto depressa che insieme ai garage di pertinenza ha fruttato intorno ai 400 mila euro, una parte dei quali, almeno 100 mila, restituiti alla banca che aveva erogato il mutuo. Secondo quanto ha dichiarato al giudice romano Luciano Imperiali con questi soldi, non piu' di 300 mila euro, avrebbe acquistato l'appartamento di via Felice Casati a Milano e quello di via Principe Eugenio a Roma, poi venduto nel corso del 2007.
Ma i conti non tornano. All'appello mancano tra i 400 e i 500 mila euro. E tutti i soldi per comprare gli altri appartamenti? Perche' Di Pietro tra il 2002 e il 2008 ha sborsato oltre quattro milioni di euro per acquisire immobili, per se' o per la famiglia. Incassando per vendite circa un milione di euro al netto dei mutui restituiti. A questo si aggiungano le spese sostenute per mantenere la moglie, i tre figli e i tre nipotini, tutti con un tenore di vita altissimo. A differenza di lui, Tonino, che da vero contadino spende poco sia per vestire che per mangiare e quello che risparmia lo investe tutto nel classico mattone.
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