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sabato 16 febbraio 2008

Emergenza sicurezza : Uno stato che non vuole guardare ( i rom)


Cari lettori, mi dispiace ammetterlo, ma per una volta sto scrivendo un articolo pieno di odio. Non avrei mai voluto scrivere cose così estremiste, ma le domande cercano risposte, i bisogni cercano risoluzioni. Se il garante non fa il suo mestiere (giustizia e sicurezza), vitale per una normale sopravvivenza e alle basi dello stato civile, ogni forma di ribellione è legittima.
Nei mesi scorsi abbiamo assistito a donne stuprate, furti di ogni genere, ragazzi investiti... tutto opera di rumeni (se preferite zingari li chiameremo così). Dette così sembra un classico elenco, normale, di criminalità quotidiana. Invece no! Una violenza sessuale segna il resto della vita di una donna, un furto in casa crea una sorta di ripudio per il luogo che è base della famiglia. A volte negli oggetti di valore attribuiamo un forte ricordo o sentimento. Quindi parlare di criminalità comune è un'ammissione di fallimento. Garantire la sicurezza è compito fondamentale dello stato, è alla base dello stato. L'ultimo decreto sicurezza del governo, non è servito a nulla. Anche se i giornali non ne parlano più, la situazione non è affatto mutata.

Poi, non ci si può lamentare, se gli italiani, a questo punto diventano razzisti, cattivi e feroci – come i rumeni o i gli zingari che delinquono – e invocano leggi più restrittive, anche se c’è un dato oggettivo, che non va dimenticato, e cioè, che paradossalmente è colpa di un Italia buonista e spregiudicata, al tempo stesso, che permette tutto questo. L’Italia dei giudici che cercano tra i cavilli delle leggi, le motivazioni legali – immorali e indegne per un Paese che vorrebbe dirsi civile – per dare il minimo della pena, ed il massimo dei benefici. Ma i giudici si difendono, affermando che applicano la Legge. Possibile che tra le migliaia di leggi, si usino proprio quelle? Non c’è ne sono altre con minore impatto emotivo e sociale? Oppure il garantismo assoluto vale per i carnefici, ma non per le vittime?

Poi, peggio ancora, sono quei sciacalli di imprenditori senza scrupoli, indegni d’essere annoverati nel consesso civile, che a differenza di altri delinquenti stranieri, la delinquenza morale italica, non può essere espulsa, ne dalle menti, né tanto meno dal Paese.

Altre due cose, tra le tante, lasciano annichiliti. La prima il silenzio della politica, e dei grandi media, che a parte qualche tenue presa di distanza, continuano a tacere. Nessuno si è azzardato a condannare pubblicamente i crimini commessi dai rumeni, come ci fosse una sorta di connivenza morale, che non permette una pubblica presa di distanze.

I servizi giornalistici di qualche mese fa, hanno fatto di tutto per farci apparire il rumeno buono, il rumeno che fa attraversare i bambini la strada, la badante – in nero – sempre col sorriso sulla bocca e via discorrendo, e va bene. Fermo restando che questa realtà esiste, e non si può condannare un popolo intero, per colpa di pochi figli di cento padri, o di madri ignote, resta il fatto, che basta guardare le baraccopoli degli zingari sulle periferie delle grandi città, per rendersi conto del degrado, da Paese del Terzo Mondo, che l’Italia sta subendo Roma si sta trasformando – in periferia – in una favelas. Un enorme contenitore di etnie, usi, costumi, lingue e dialetti diversi, di diseredati.

C’è da guardare in faccia alla realtà. Questi zingari, appena arrivano in Italia, passano da nomadi – se lo sono mai stati – a stanziali, iniziando a vivere, non come persone civili, ma come bestie gettando rifiuti dappertutto, copulando come ossessi, per poi mandare i figli a fare gli accattoni sulle strade, rubando, scippando, pestando a sangue, violentando, e ammazzando senza pietà.

Sono anni che la situazione, come un cancro in fase terminale, si degrada sempre di più. Sono anni che i cittadini, denunciano una situazione insostenibile, intollerabile, ma sempre qualche cuore buono apprensivo, che non vive a stretto contatto con le bidonville, gli accampamenti abusivi, che non vive vicino alle discariche a cielo aperto, ed il fetore emanato da questi luoghi barbarici, ma facendo l’intellettuale saputello, denuncia che attaccare gli zingari, significa essere razzisti, grida al fascismo strisciante, appena l’esasperazione esce dal silenzio, e diventa un grido disperato ai microfoni di qualche tv, mentre avere le città piene di briganti, banditi, puttane, borseggiatori – come se non bastassero quelli italiani – è sinonimo di accoglienza, tolleranza, rispetto del diverso, multiculturalità, spirito d’accoglienza, carità comunista italiana, geneticamente diversa dalla vera carità comunista sovietica, che sapeva comportarsi in modo severamente giusto, con questi fulgidi figuri, profumati all’Acqua di Rose.

L’italiano sta diventando razzista?

No semplicemente ha le scatole piene di subire, ha le scatole piene di vedere zingari al Grand Hotel, condannati per omicidio colposo, per aver tirato sotto, ubriachi come somari, quattro ragazzi, e che qualche agente spregiudicato, offre al povero assassino, la possibilità di raggranellare quattro soldi, sulle spalle dei morti.

L’Italiano, non sta diventando razzista, sta solo cercando quella giustizia, che uno Stato assente , non vuole fornire ai cittadini.

Ora ci si indigna per qualche sprangata distribuita a destra e a manca? Ci si indigna perché qualche italiano si sta comportando come uno zingaro, ripagando – alla cieca – con la medesima moneta questi signori, difesi da organizzazioni non governative, che li coccolano come fossero dei discoli disobbedienti, tanto che lo stesso governo Rumeno, da una parte è preoccupato per l’eventuale espulsione degli zingari dall’Italia, e il rimpatrio in Romania, e dall’altra, chiede sicurezza per suoi cari concittadini malfattori e non, vuole, che come un pacco di uova marce scadute, vengano rispediti – a delinquere – nel loro Paese d’origine. Insomma,
la Romania, non li rivuole a casa propria, ma nemmeno è disposta ad accettare, qualche forma di giustizia sommaria italiana.
La Romania, vuole che l’Italia, diventi un immenso campo Rom, una discarica abusiva a cielo aperto, tanto nel bel Paese esiste la libertà di delinquere, e cambiare questo stato di cose, significa attentare alle libertà fondamentali dei criminali, e questo non è accettabile. Prima di tutto i diritti di zingari, taccheggiatori, assassini, stupratori, spacciatori e quanta altra feccia. I diritti dei cittadini, quelli che pagano le tasse, e tacciono, non contano, e non devono contare, ci sono dei diritti superiori da salvaguardare, e bisogna continuare su questa strada, fino all’abisso. Tanto l’Italiano, cornuto e mazzato, dal proprio governo, subisce e tace, e guai ad alzare la testa!

Quello che fa arrabbiare, è il rimpallo di responsabilità, di una classe politica codarda, interessata solo a non farsi disturbare, che gioca senza pietà sulla pelle dei polli – gli italiani – costretti ad avere un governo ed un’opposizione, che invece di fornire soluzioni, preferiscono mandare letteralmente il Paese a puttane.

Gli italiani ne hanno le tasche piene, di rischiare la pelle, dentro e fuori casa, non si sentono tutelati in alcun modo, visto che, di cittadini ammazzati, peggio dei delfini in Giappone, ne sono piene le cronache.

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