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lunedì 11 dicembre 2006

Fuori sede


Mentre gli anni passano e tutto diventava più spiegabile, molte volte mi sono ritrovato a pensare alle stranezze della vita e sempre molto spesso, quando qualcosa non va proprio nel verso giusto o comunque non segue il ritmo che ci eravamo prefissati, mi prende la malinconia; prendo con me solo lo stretto ed indispensabile, i panni sporchi, salgo in treno o autobus e parto per rintanarmi là, in quella quiete che non esiste da nessun altra parte..., se non nei miei sogni.
Mi rifugio in quella luce così calda e quei colori così vivi e rivivo tutti quei momenti bui, tristi e problematici, contrapposti ad altri momenti sereni e felici che fanno da cornice alla mia semplice, anche se travagliata, esistenza.
Spesso penso a questo destreggiatesi tra il dire ed il fare, consapevole della difficoltà della vita e poi, d'improvviso mi accorgo che, dopo tutto, esiste sempre un punto ed é Lei.

Campobasso... questo ridente paese al ridosso di un castello, arroccato sul vento e sulle nuvole…. e’ da li’ che sono fioriti tutti i miei giorni e piano piano, trascorrendovi solo le vacanze e qualche saltuario ritorno, in quella quiete ho iniziato ad amarla, sentendo a volte anche rabbia per le sue contraddizioni, per quel suo tragico abbandono, per quelle sue brutte apparenze, quando non vuole farsi amare e quando solo la cupidigia degli uomini ne diventa padrona facendola apparire un paese triste e solitario e noi, a volte indifferenti ed egoisti, lasciamo che si allontani da noi, come per cancellarne il ricordo ma... l'attesa e’ sempre portatrice di pensieri migliori perché poi torniamo sempre la', a farci avvolgere dal calore familiare, a difenderne le tradizioni, a spolverare
quei sorrisi e quelle genuinità’ che ci fanno tanto bene al cuore e che non si troveranno mai altrove.
Lo so che, nel corso degli anni, tanta gente da li se ne e andata; chi in cerca di fortuna e chi, per sopravvivenza ma, allo stesso tempo sono consapevole che tutti, anche dall’altra parte dell’Oceano, continuano a parlare del Molise con dolcezza infinita considerandola l’unico vero punto fisso della vita e cosi’, dopo anni di assenza, chi da Roma, chi da Milano, chi dal Canada, dalla Florida, dall’Argentina o dall’Australia, fa ritorno, sperando di ritrovare ciò che aveva lasciato...

Numerevoli erano le bravate, fino a sfiorare i limiti legali, e poi si correva a raccontare il tutto agli altri compagni perché quella era la nostra giovinezza, la nostra allegria che e rimasta attaccata a noi che, di quei giorni, ne abbiamo fatto un ricordo vagante tra sogno e realtà......
Quanti ricordi e quanta malinconia.....
E poi quel paese che d'inverno si spopolava, sommerso da un vento tagliente e una neve abbondante. Quando nevicava ci si chiedeva se le scuole il giorno dopo sarebbero state chiuse, e male che vada ci tramutavamo in teppistelli e tiravamo palle di neve alle macchine e ai passanti.
Ricordo la parrocchia Mather Ecclesiae, dove ero ministrante, con i suoi discussi cambi di parroci, la processione che si incamminava tra le vie del quartiere con la statua della Madonna, bellissima, eretta a difesa di tante anime imploranti che chiedevano aiuto, ora pregando, ora osservando, camminavo dritto avanti con un crocifisso più alto di me, canti, rosari e dentro il cuore, sentivo tanta pace e tanta felicità.
Davanti la Chiesa noi ragazzi giocavamo a pallone anche sotto la neve, ognuno pensando di essere il suo giocatore preferito o di diventare un campione, il tempo passava senza avere alcun sospetto che era orario di tornare a casa per la cena.
I primi amori, le prime delusioni, le prime sbornie, le prime esperienze politiche, le prime pretese per cercare di cambiare le mentalità…
Le innumerevoli battaglie con i genitori per poter acquistare la batteria,dopo aver dimostrato che per suonarla non dovevo necessariamente drogarmi, riuscii a comprarla, anche se troppo tardi, e da lì formammo un gruppo in preda della musica e dalle risate.


Si me le ricordo tutte queste cose, come se fosse ieri, le rivedo come in un film, e vorrei che rinascessero...
Vorrei che tutti rivivessimo quell’aria di genuinità che nasce in tutti noi quando siamo in questo paese.
Vorrei e magari, tra sogno e realtà un giorno ci ritroveremo tutti la a Campobasso a consolarci ed a raccontarci di un tempo andato che grazie alle nostre forze, ed ad un po’ di buona volontà, può sempre rinascere e rivivere....,
basta volerlo.
Difendiamo Campobasso, le sue tradizioni, amiamola così com’è, infondo è così che ci piace, e non dimentichiamola.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Le cose così come sono non rispecchiano neanche più quello che al ricordo piace ricordare, al cuore piace di amare.
Tutto quello che si incontra nella vita lo si confronta con quanto di più bello si è vissuto in passato fino a quel momento.
Tu invece guardi al presente confrontandolo con quello che di bello vorremmo ci fosse nel futuro. Qualcosa di più bello!!
(O solo di più rassomigliante ai nostri ricordi?? ;-) eheh sembra quasi un cane che si morde la coda)
Cmq W Campuascella bella

Anonimo ha detto...

Nicola difendi dentro di te"le radici ca tieni",protteggile dagli abusi della mediocrità globale,ergile a simbolo di un passato che ritorna con la sua semplicità e passionevolmente invocale...anche per chi non è un fuori sede, dentro di se ,si porta la sua Campobasso il suo luogo a cui tende ciclicamente...
un abbraccio fratè

Unknown ha detto...

...quanto ti capisco! E chi più di me può farlo. Bellissime le tue parole, mi hai fatto emozionare! Sono d'accordo con te su tutto, tranne su un punto: ad un certo punto parli del presente come di un'anzianità irrimediabile. Dai cavolo abbiamo solo 22 anni, tempo ne abbiamo per ricostruire la nostra giovinezza!!
"Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità" (Pablo Neruda)

un abbraccio Nicola
campuasce ti saluta
Andrea (armanzino)


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