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giovedì 4 aprile 2013

L'ITALIA SI ALLEA CON CINA E RUSSIA PER EVITARE IL FALLIMENTO


Sono passati molti anni dai sogni della storica sinistra italiana e del fascismo di avere un’Italia coloniale e con potere internazionale. Un discreto lavoro è stato svolto anche da Craxi che fu abile mediatore con Gheddafi, operazioni militari a Suez, distretto di Valona, permettendo all’Italia di controllare il Mediterraneo. Negli ultimi anni la politica estera italiana è stata dettata solo dagli obiettivi dell’Eni e degli Usa.

L’Italia oggi, non ha più una politica estera, nemmeno un governo, se è per questo è pure fallita come scritto in precedenti post scritti da anni. Secondo la mia visione è tutto regolare.
 L’Italia è tecnicamente fallita. La finanza mondiale insieme alla banca centrale Europea hanno deciso di “imprestare” (“aiutare”) con soldi virtuali lo stato italiano (non ci sono soldi, ma solo un ipotetica garanzia virtuale) per l’acquisto illimitato di Bot. In pratica questa operazione non costa nulla, è tutto un bluff! In questo modo la banca Europea e tutta la lobby finanziaria non tirano fuori un soldo, non si espongono con niente.
L’italia è fallita, è senza un soldo ma è congelata. A cosa serve il congelamento? Serve a prendere tempo, a mettere su un governo “tecnico” che ha il compito di raschiare la pentola, di rastrellare più soldi possibili sulla pelle dei sudditi dello stato italiano, e di far andare questi soldi nelle casse e tasche dei banchieri, delle holding finanziarie e bancarie.
Quanto durerà questa manovra? La risposta è: “La manovra di prelievo sulla pelle dei sudditi durerà fino a che il popolo si ribellerà”. 
L’Italia e sotto il controllo della finanza internazionale che ha deciso di far cassa e rendere la popolazione povera nel sud Europa. Se nel mondo non ci sono abbastanza risorse per tutti…a qualcuno bisogna toglierle e lo stanno facendo con la finanza. La finanza arriva prima delle armi, quando essa è innocua per le sorti di un Paese si interviene con le classiche guerre preventive, guerre di democrazia, guerre antiterrorismo e tutte queste stronzate che ci raccontano i mezzi di informazione.  L’Italia non ha energia, non ha materie prime, non ha sovranità monetaria, un debito pubblico enorme, disoccupazione oltre le stime dichiarate ufficiali,  la classe politica è corrotta e controllata dalla mafia e lobby di potere che influenzano a loro volta l’informazione creando il cosiddetto: “italiota”.


In poche parole l’Italia è un paese dichiarato democratico ma nella realtà è un Paese schiavo. Un bimbo nato in Italia nasce schiavo. Per capire questo concetto basta studiare la sovranità monetaria, poi comprendere le situazioni geopolitiche e tirare le somme. Da piccoli ci hanno insegnato che 2 + 2= 4, in questo Paese mi è venuto perfino il dubbio di credere alla più stupida somma matematica. In reatà è vero che il risultato è 4, il problema è che esso è relativo. Se vogliono possono farti credere che è uguale 1, ovvero possono renderti ignorante.
Un Napolitano che chiede di bloccare le sue intercettazioni con dei mafiosi per me significa che è colpevole tanto come Rina. Napolitano che ci nomina Monti o governo dei saggi significa che serve un liquidatore per fare i tagli che ci impone quest’Europa, dandoci lezione di pessima democrazia e scarso amore per il Paese. Altro che interessi dell’Italia, il popolo tanto è schiavo. Nelle prime lezioni di economia all’università mi dissero che in recessione bisogna attuare politiche monetarie espansive, noi facciamo l’opposto. Le somme saranno che l’Italia non uscirà dalla crisi.  Un Dell’Utri condannato per me significa che anche Berlusconi è un mafioso.  Tutti i dirigenti del partito democratico hanno fatto fallire la banca più antica al mondo, il Monte dei Paschi, e ora vorrebbero salvare l’Italia? Dopo aver perfino svenduto il nostro Paese con Autostrade, Iri…..?  Vergognatevi! Altro che popolo di santi, di poeti e navigatori, siamo un popolo di coglioni.  Chi per ignoranza, chi per interessi personali, siamo tutti vittime e causa di questo completo sfacello.

Non voglio essere solo critico, mi piace sempre trovare delle exit strategy. Al momento servirebbe un Paese compatto prima internamente e poi contro l’esterno, anche a costo di pagarla cara nei primi anni.
 Ecco a voi le soluzioni:
  •           Uscita dall’Euro chiedendo il sostegno di Spagna, Grecia, Spagna, Irlanda, Cipro e Portogallo sferrando un duro colpo alla Germania. Anche i cittadini tedeschi sono schiavi ma al momento la ricchezza va da loro, ancora non è il loro turno dove le banche riscuoteranno il loro malloppo e in un certo senso i tedeschi si sentono pure fighi della loro efficienza. Quindi uscita dall’Euro e ritorno alla lira dando la sovranità monetaria al popolo italiano e non a banche private.Questa mossa permetterà di rilanciare l’export italiano e dare all’economia la liquidità che gli spetta;
  •         Ritrattare il debito pubblico, che tra l’altro con il ritorno alla Lira sarà svalutato di almeno il 30%, ovvero oltre 600 mld.;
  •         Liberalizzazione di droghe e prostituzione per levare interessi alla mafia e incrementare le entrate.
  •        Liberalizzazione dell’ordine dei notai, commercialisti, farmacisti, giornalisti… liberalizzazione orari commerciali e licenze;
  •        Eliminazione dei finanziamenti ai mezzi d’informazione istituendo il reato contro la falsa informazione;
  •         Istituzione del reato contro il bene comune basato sul principio che un politico e un funzionario pubblico dovrebbe pagare cara il reato commesso. Ergastolo ed esproprio dei beni personali e familiari per corruzione, vizi nelle assunzioni del personale e falso in bilancio;
  •         Distinzione tra le banche commerciali dalle banche d’investimento, le banche non possono permettersi di rischiare i tuoi risparmi;
  •        L’uscita dall’Euro e la mancata politica estera daranno non pochi problemi nell’approvvigionamento di materie prime a basso costo. Quindi bisogna investire in energie rinnovabili, ci sono studi che dimostrano che l’uscita dal petrolio è possibile sfruttando altre risorse. La Fiat potrebbe produrre  macchine elettriche, si creerebbero nuovi business con conseguente calo della disoccupazione. Nel periodo di transizione a questa rivoluzione l’Italia deve trovare un partner internazionale che la sostenga, come ad esempio chiedere l’aiuto di Russia e Cina.

Italia alleata di Russia e Cina? In passato possiamo dire che siamo stati "ricchi" grazie ai capitalismo introdotto anche con finanziamenti dagli Usa in Italia per farci allontanare dalla sfera sovietica.
 Qualora l’Italia oggi dovesse avere il giusto coraggio di avere una politica estera così forte da collaborare con Cina e Russia cambierebbero gli equilibri mondiali e sarà lo stesso potere finanziario a volerti fare regali per farti rimanere nella loro casa.  La Cina controlla l’Asia e pure certe zone dell’Africa, gli farebbe comodo una sponda in Europa, pagherebbero molto bene tale traguardo servito su un piatto d’argento e noi lo riscuoteremo in materie prime e in accordi commerciali esclusivi. Gli Usa e l’Europa non staranno certo a guardare, inizialmente ci attaccheranno come fanno nel resto del mondo: informazione di regime, ripercussioni su aziende italiane all’estero, qualche attentato camuffato come tumore, Brigate Rosse…e chissà cos’altro. Quando però il passo con la Cina sarà vicino…credo che pioveranno dollari dalle nostre case e potremmo perfino pensare di rimanere schiavi dentro l’Euro, perché ci renderanno benestanti come i tedeschi, però fino a quando?

mercoledì 7 novembre 2012

I polli in Molise sono spennati!


La colpa è di Solagrital! Non, non è vero, è di Arena! No, è della Regione Molise! No, è della crisi del mercato avicolo! No, è di Di Dario!

Sotto queste continue e ripetute accuse, si riassumono le colpe date ad un fallimento. Un fallimento in cui tutti sono colpevoli. Un fallimento di un intero sistema le cui amare conseguenze le hanno subite i poveri lavoratori di questo indotto e i molisani che hanno visto buttare al vento, e nelle tasche di qualcuno, anni e anni di tasse. Se ogni molisano si fosse messo nel portafoglio i soldi dati nell’avicola, oggi avrebbe qualcosa tipo 25.000 euro. Non male questo business, avremmo mangiato pollo per generazioni con quei soldi, invece i polli da spennare sono stati proprio i molisani. Cerchiamo di fare un quadro che riassuma finalmente la storia dei polli spennati.

Nel 1995 Dante Di Dario, attraverso l’acquisto del complesso industriale di Bojano e, successivamente del Marchio Pollo Arena, entra a pieno titolo nel business avicolo. Nel 2003, Di Dario lanciò un’Opa sull’ex Roncadin e a seguito di una fusione quotò Arena sulla Borsa italiana.
Arena cresceva, era una grossa holding nel settore alimentare, nell’avicola ai primi posti insieme ad Aia ed Amadori. Il fatturato cresceva in una maniera impressionante, continuava ad allargare i suoi business acquistando altri marchi e arrivando ad avere 7 stabilimenti produttivi in tutta Italia, con prodotti che arrivavano perfino in Germania e dintorni.
Di Dario cavalcava un boom, forse però fece il passo più lungo della gamba o qualcosa comunque non ha funzionato e Arena è praticamente crollata. Il titolo azionario dal giorno delle quotazione vale - 98,36%.
Il marchio Mare Pronto è finito di proprietà della famiglia di Di Dario, uno stabilimento produttivo venne convertito in centro commerciale, la produzione concentrata su Termoli. Nel settore avicolo sono stati chiusi tutti gli stabilimenti e l’unico rimasto aperto è Bojano, dove chi produce non è Arena ma Solagrital, di proprietà della Regione Molise. Arena commercializza solamente i polli. Di Dario affidò la parte più rischiosa, come quella della filiera avicola, al Molise, e ci mise pure un nipote alla dirigenza Solagrital.
Un bel macigno di problemi scaricati su una regione e operazioni finanziarie di dubbia tracciabilità con società lussemburghesi, obbligazioni emesse a livello europeo, 130 milioni di euro in obbligazioni bruciati e mai restituiti. Obbligazioni poi convertite in azioni, coinvolgendo perfino la banca americana JP Morgan.
Non solo i molisani ci hanno rimesso, anche gli azionisti Arena sparsi per tutta Italia, gli obbligazionisti sparsi a livello europeo e anche la banca americana JP Morgan. Chissà chi ci ha guadagnato!?!
Di Dario dice che la colpa è di Solagrital che gli vende i polli al di sopra dei prezzi di mercato costringendo Arena a commercializzare i polli sottocosto per reggere la concorrenza.  Solagrital dice che Arena non gli paga i polli, ed è vero, molte volte è stata pagata convertendo i crediti in azioni, costringendola a liquidarle sul mercato diluendo il prezzo delle azioni fino alla prossimità dello 0.  I due partner entrano in crisi e Solagrital vende i suoi prodotti anche ad Aia, ad un certo punto non vende più neanche un pollo ad Arena abbandonandola alla sua ormai meritata sorte. Arena oggi è una società quotata in borsa, che non vende più nulla, piena di debiti ed è stata pure cacciata dagli uffici di Bojano.

 Cos’è oggi Arena? Solo un marchio quotato a Piazza Affari? Le quotazioni che perdono il 98% con un valore intorno agli 0,0022 a mio avviso, che lo vogliano oppure no la Consob o i revisori, è il risultato di un fallimento.

Per quanto riguarda Solagrital, la gestione è pessima, un veicolo che ha bruciato cassa e polli costringendo la Regione Molise a dare un finanziamento dopo l’altro per tenerla in vita e per pagare stipendi agli operai. In verità la Solagrital è stato un’altro veicolo per la Regione, per far assumere operai con contratti a 6 mesi o ad un anno, mettendo addirittura gli assunti in cassa di integrazione per assumere altri, ottenendo un consenso politico ed elettorale. Una politica fatta di sperperi e assistenzialismo, invece di puntare su politiche profittevoli.

Quando un competitor di Arena, ai primi posti a livello nazionale fece una proposta per acquistare lo stabilimento di Bojano e renderlo efficiente, pare che quest’ultimo obiettivo comportava di licenziare il 50% degli operai. Sarà per i licenziamenti difficili da attuare per questioni sindacali o politiche, sarà che l’offerta non è piaciuta a Solagrital o la Regione, ma non se ne fece più nulla. Quindi se Bojano per essere produttiva ha bisogno di un dimezzamento degli operai è pure lecito immaginare una certa normalità nelle perdite costanti nei bilanci di Solagrital. 


La colpa di questo disastro è di tutti, i vantaggi sono numerevoli e ingenti per pochi. I molisani, dei polli non solo spennati ma anche vittime di politiche sbagliate, di assistenzialismo e di un mancato tessuto produttivo privato.

domenica 13 maggio 2012

10 domande da (non) fare ad un trader


1) Giochi in borsa? (Non è assolutamente un gioco!)
2) Come fai? (urlo di comprare al telefono)
3) Quanti soldi investi? ( Chi sei? Il mio commercialista? )
4) Quanto guadagni? (Allora sei del fisco?)
5) Mi insegni come si fa? (Lo dici tanto per dire?)
6) Ho delle Unicredit, secondo te recupero?(lo spero per te...eh!)
7) Dove vanno i mercati? (La sfera di cristallo non ce l'ha nessuno)
8) Lo sai che ho un amico che investe? (Ah si! Pure io!)
9) Sei uno speculatore! Un parassita della società! (Tua madre ha un lavoro pubblico! E' lei la parassita!)
10) Se ti do i miei soldi  me li investi? Quanto mi fai fare con 1000 euro? (Mi dispiace. Non posso farlo legalmente, altrimenti con 1000 euro ti potrei far diventare miliardario)

martedì 17 gennaio 2012

Ecco perchè non ti do il lavoro


Leggete le motivazioni di questo imprenditore:

Potrei assumere 12 persone, ognuna con uno stipendio netto di 760€, non lo faccio. Vi dirò perché. Potresti lavorare per il mio service provider in un ufficio molto carino. Non si tratta di telemarketing o scam. Faresti un lavoro serio, per cui sono richieste molte abilità, 8 ore al giorno, solo nei giorni della settimana. Ti assumerei in regola, pagherei le tue tasse e i tuoi contributi. Potrei dare un lavoro del genere ad una dozzina di persone, ma non lo farò, e qui vi spiego perché.



Non assumerei donne:



La ragione è molto semplice: le donne fanno bambini. Non ho il diritto di chiedere se lei ne voglia o meno.


Non fraintendetemi, non ho nessun problema con le donne che diventano mamme. Io sono nato da una donna perché ha voluto essere madre e mia moglie stessa è madre dei miei figli. Non assumerei una donna perché quando rimane incinta, ha 3 anni di permesso per maternità, durante i quali non posso licenziarla. Se volesse avere 2 figli, l’assenza dall’azienda sarebbe di 6 anni.



Ovviamente, il lavoro deve essere portato avanti, quindi io dovrei assumere qualcun altro che lavori al suo posto mentre lei passa la sua vacanza. Ma non solo non potrei licenziarla mentre è via, non potrei licenziarla neanche una volta tornata. Quindi dovrei licenziare chi ha lavorato al suo posto per tutto il tempo.

Quando una donna torna a lavorare dopo il periodo di maternità, io sarei costretto per legge ad aumentarle lo stipendio al livello attuale della sua posizione. In più, dovrei concederle le ferie che ha accumulato durante il periodo di assenza. Quando finalmente torna a lavoro, inizierebbero per lei 2-4 mesi di vacanza completamente pagata.



Non assumerei persone sopra i 50 anni:



Non che abbia problemi con i professionisti con esperienza. Non li assumerei, perché sono molto vicini all’età protetta. E quindi rimarrei intrappolato, come nel caso di assunzione di una donna. Non si possono licenziare le persone in età protetta, quindi dovrei pagare lo stipendio e tutti i costi annessi anche se lui o lei non dovesse lavorare bene, o almeno a livelli accettabili.
Non potrei licenziare impiegati protetti, ma qualcuno dovrà pur fare il lavoro al loro post; e quindi dovrei assumere un’altra persona. A me va benissimo che siano protetti, ma allora io non li assumo.



Assumerei solo uomini di età compresa tra i 25 e i 50 anni:



Anche loro sono rischiosi da assumere. Se per una qualunque ragione (non guadagno abbastanza, o non mi piace come lavorano) volessi licenziarli, non ne avrei il diritto. C’è un altissimo rischio che ricorrano alla corte, e c’è un’altissima probabilità che vincano.



Mi costeresti 1572€.
Salario
Netto:
Salario
Lordo:
Costo
totale
State
markup:
€ 185 € 238 € 306 165%
€ 227 € 306 € 393 173%
€ 322 € 458 € 589 183%
€ 408 € 612 € 786 193%
€ 479 € 765 € 982 205%
€ 570 € 917 € 1178 207%
€ 760 € 1223 € 1572 207%
€ 950 € 1529 € 1965 207%

Questi sono dati precisi relativi al 2011, dalla calcolatrice di stipendi www.nettober.com. Come puoi vedere, il tuo salario netto di 760€ significherebbe per la compagnia un costo di 1572€. L’unico modo per rendere inferiore questo moltiplicatore x2 dello stato sarebbe pagarti di meno.
Ma non ti assumerei per meno, perché penso che non potresti avere una vita decente per meno di 760€. Diverresti presto depresso, distruggeresti la tua stessa vita, la mia azienda e infine me. Quindi, non ho intenzione di assumere nessuno per meno di questa somma.

Guarda questa tabella:

berkoltseg europa Ecco perché non ti do lavoro
Il grafico l’ho preso da un Deloitte study. Come puoi vedere, lo stato ovunque si porta via poco meno della metà del tuo stipendio. E’ fastidioso sapere che io pago più di 1500€, ma che tu ricevi meno della metà. Specialmente dal momento che ricevi le stesse cure mediche di chiunque altro, registrato con uno stipendio minimo.

Dovrei anche tenere in considerazione che per una persona di 35 anni sono previsti 25 giorni di ferie all’anno. Ciò significa 1 mese extra in cui devi essere sostituto da qualcun altro. Se avevo bisogno del lavoro di 12 persone, dovrei assumere 13 persone per sostituire chi, in ogni momento, è in vacanza.

Ma ti darei un lavoro nonostante tutto quello che abbiamo affermato finora.

Sono un imprenditore coraggioso. Un imprenditore prende rischi, quindi venderei il mio appartamento e traslocherei in uno in affitto. Prego che i 90.000€ ricavati dalla vendita siano abbastanza. Lancerei il mio business con orgoglio, e se non dovessi avere successo non mi piangerei addosso.

La mia compagnia offrirebbe un ottimo servizio, e ciò è impossibile senza condizioni di lavoro decenti. Assumerei 13 persone. Avrei bisogno costantemente di 12 persone a lavoro, più quella che lavora al posto di chi è in ferie. 14 persone, incluso me, lavorerebbero in un ufficio di 158 metri quadri, fornito di tutto il necessario e confortevole. Mi costerebbe 10€/m^2/mese di affitto, e 3.5€/m^2/mese in tasse, per un costo totale di 2133€ al mese.

Le mie spese mensili sarebbero così ripartite:

Ufficio: € 2,133
Stipendi: 13 x €1572 = € 20,436
Altre spese (marketing, etc.): € 3,058
Totale: € 25,627



Alquanto terrificante come bolletta mensile non credete? Questo è quello che dovrei pagare ogni mese, indipendentemente dal mio guadagno. Nei mesi buoni, e in quelli meno buoni. Nella stagione bassa estiva, e prima di Natale quando il lavoro è sempre poco.

La compagnia non potrebbe vendere più di 1000 ore/mese di servizio (mediamente). Quindi per raggiungere il mio break even point, cioè far sì che le entrate coprino i costi, dovrei fissare il prezzo a €25,627 / 1000 = €25 / ora. Ma il break even point non è abbastanza, dovrei anche avere qualche profitto.

Non sono bramoso o avido, per cui porrei il mio margine di profitto al 20% del prezzo. Ciò aumenterebbe il pezzo orario a €30, che significa trenta euro più iva, €37,5. Arrotondando verso il basso, fisserei infine il prezzo del nostro servizio ai clienti a €37/ora.

Di questi 37€, 7 andrebbero direttamente allo stato, 30 sarebbero ricavo dell’azienda. Sono una persona ottimista. Il nostro marketing andrebbe alla grande, i miei piani risulterebbero perfetti, avremmo successo a vendere di media 1000 ore di servizio al mese. Il business volerebbe, sarei felice con tutti i miei lavoratori, tutti lavorerebbero serenamente.

Questo genererebbe 1000 x €30 = €30.000 di ricavi.

€4373 sarebbero profitti. Potrei pagare a me stesso uno stipendio lordo di €2.446, il che costerebbe all’azienda €3.144. Dopodiché, il mio stipendio netto sarebbe di €1.521, quasi il doppio di ciò che guadagnano i miei lavoratori, e la compagnia avrebbe €1.229 di profitto lordo. Pagherei €122 di corporate tax, e la tassa locale sul business, 2% dei profitti, che significa €600. Alla fine, la compagnia avrebbe €507 al mese da poter mettere nel proprio conto bancario.

Quindi farei €1521 al mese, ma non dimenticate, che ho venduto il mio appartamento da 90.000€, e ho investito i soldi della vendita nella compagnia. Quindi dovrei pagare l’affitto di almeno €300, altrimenti sarei un senzatetto. Vivrei una vita modesta, non spenderei molto, perché al contrario dei miei dipendenti, lavorerei 12 ore al giorno tutti i giorni, anche nei weekends.

In questo modo potrei risparmiare €900 al mese, quindi il mio investimento di 90.000€ ritornerebbe dopo 100 mesi. Cioè ci vorrebbero 9 anni prima di riavere i soldi investiti nella compagnia, e potrei allora comprarmi un nuovo appartamento. Da quel momento non dovrei vivere con un budget limitato, non dovrei pagare affitti, e non dovrei necessariamente risparmiare altro. Fare la vita dell’europeo.

Sotto queste circostanza – spero sia comprensibile, non sento un urgente necessità di vendere il mio appartamento e investire i miei soldi in una nuova azienda.

Ma per 4 ragioni non lo farò definitivamente:

  1. La concorrenza vende lo stesso servizio, illegalmente, in circostanze pessime, chiedendo €9 all’ora. Semplicemente incassano i soldi, senza neanche pagare l’IVA. Non devono prendersi alcuna responsabilità, non ci sono assicurazioni, ufficialmente non fanno niente, non esiste nemmeno una traccia ufficiale e legale della loro esistenza. Non devono prendere un ufficio in affitto ed assumere un contabile. In questo modo con 5 ore al giorno possono facilmente guadagnare 1000€. Alzerebbero il dito medio di fronte alla mia offerta di lavoro per €760, nel quale non sarebbe loro permesso di lavorare male, e dovrebbero presentarsi in tempo ogni giorno e mantenere alti standard di professionalità. Non sarebbe loro permesso di truffare i clienti, e se lo facessero, verrebbero licenziati.
  2. La concorrenza farebbe campagne diffamatorie contro la mia compagnia. Dovrei affrontare la propaganda anti-capitalista, verrei visto come uno stronzo avido ed egoista che chiede €37 per un lavoro offerto da altri a €9. Sarei visto come un nemico del grande popolo ungherese, mentre altri lavorano onestamente per una frazione del mio prezzo…
  3. Molto dei miei dipendenti verrebbero a lavorare da me solo per imparare i segreti del mio business e rubarmi i clienti. Li attirerebbero promettendo loro stesso valore e qualità di servizio, ma ad una frazione del prezzo. Dopo avermi rubato abbastanza clienti, creerebbero deliberatamente uno scontro che mi porti a licenziarli. Così andrebbero dal giudice, affermando che io li abbia licenziati illegalmente, e vincerebbero la causa. Nel frattempo, lavorerebbero felici per la clientela rubata, che mi è costato una fortuna costruirmi. E, naturalmente, sarebbero offesi. Andrebbero in tutti i forums, dicendo a tutti che loro sanno di cosa stanno parlando. Non solo il mio servizio sarebbe troppo caro, ma anche la qualità una schifezza.
  4. Protestare per tutto questo non servirebbe, niente e nessuno mi darebbe alcun aiuto.
Ecco questo è fondamentalmente il perché non io abbia deciso di non dare lavoro. E credo che molti imprenditori che hanno provato a far partire un business, non continueranno nel tentativo per questi motivi. E questa è la causa prima per cui sempre più persone sono disoccupate, che quindi comprano sempre meno, il che vuol dire che pagano sempre meno IVA. Ecco perché ci sono sempre meno imprese decenti, e assumono sempre meno, pagano sempre meno tasse, per cui ci sono meno soldi pubblici per gli aiuti sociali, ed ecco in definitiva perché i servizi sociali assomigliano sempre più a campi di concentramento.
Ti darò lavoro solo se:
  1. Potrò licenziarti, quando e se lo voglio;
  2. Se l’IVA scenderà al 20%, meglio al 15%;
  3. Se lo Stato si porterà via “solo” il 30% dei miei guadagni;
  4. Se redditi più alti non saranno più esponenzialmente puniti;
  5. Se lo Stato si occuperà di punire la corruzione invece di chi da lavoro.
Finché queste cose non saranno cambiate, non ti darò lavoro. Finché lo Stato non stanerà la corruzione in ogni suo possibile aspetto, non farò partire un business, e non creerò posti di lavoro.

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Questa è una traduzione dell’originale post ungherese, “Tőlem ezért nem kapsz munkát ” pubblicato il 27 luglio 2011. Nonostante il successo ottenuto nella blogosfera ungherese – generando più di 90.000 “mi piace” su Facebook – niente è cambiato in meglio. Al contrario. Tutto è molto peggiorato. A tutti voi, lettori internazionali, qui 760€ di salario netto suonano come uno stipendio da sogno per la maggior parte delle persone. Anche i dottori in medicina guadagnano meno della metà, all’inizio della loro carriera. I prezzi invece sono uguali come ovunque.

mercoledì 4 gennaio 2012

Study of the Cross-border Nautical District between Molise region, Croatia and Albania




The Italian industrial structure, which is characterized by a widespread presence of small and medium size enterprises with strong and unique socio-economic ties with the territory in which they are located, has raised an interesting and intense economic and scientific debate to explain the success in organizing their production efficiently. The district model of organization of the industrial production has been from the 70s ‘the Italian solution’ to the impasse of the organizational and managerial model typical of the Ford-like large enterprise, which is characterized by a standardized demand met by mass production. Industrial districts and the concentrations of small businesses have supported the Italian economy to ensure on the one hand the presence in international markets in the fields typical of Made in Italy and, on the other hand, the visible characteristics of an alternative model of economic and social development. The territorial character of the investigation and the unambiguous identification of the areas of localization of the districts emerge as crucial elements in the transition from the theoretical specification of the sources of competitive advantages of the business district and its empirical verification.

This research is intended to offer an attempt to synthesize, on the one hand, the main theoretical contributions related to the theme of industrial districts and, secondly, the regulatory framework related to economic policies that promote local development of certain production areas. The aim of this study has been the identification and evaluation, in the predefined geographical area of the province of Campobasso, of specific quantitative and qualitative parameters of its local and well defined economy to verify the existence or not of a specialized production of excellence, which may have the features of an industrial district i.e. a local production system; the degree of openness to foreign markets of the production system locally identified, with a further empirical study aimed at analyzing its development potential. In this sense, it has been hypothesized the extension of the paradigm of the district to the field of regional shipbuilding, with a qualitative empirical verification of its theoretical assumptions by means of methods and tools borrowed from literature and the legally binding national, regional and community level.

This thesis, therefore, aims at providing in the first part the theoretical contributions at the base of the district; in the second part, it presents all the elements that have contributed to the design and establishment of the ‘Distretto dell’Eccellenza Nautica Molisana’ (District of the Marine Excellence of Molise); in the third part, the design that is still being set up of the "DEA: District Euro-Adriatic". This last project involves the establishment, preferably by the end of 2012, of the Cross-border Nautical District between Molise region, Croatia and Albania. A major challenge that could use EU funding to boost new business with a strong impact on employment, the re-launch of the maritime and touristic sector of Molise, Croatia and Albania
.


If you are interested in all work contact this address: santoronicola85@gmail.com

Paesi che hanno visualizzato il portale nel 2011



INDUSTRIA PETROLCHIMICA CINESE




Quali sono le caratteristiche del settore petrolchimico?

L'industria petrolchimica dispone di stabilimenti nella maggior parte delle province e delle regioni autonome cinesi; di rilievo quelli di Pechino, Shanghai, Lanzhou, Yueyang, Anqing e Canton. La produzione comprende fibre sintetiche, prodotti farmaceutici e materiale plastico. Una caratteristica dell'industria petrolchimica cinese è la presenza molto diffusa di piccoli stabilimenti che producono concime azotato utilizzando una tecnica di produzione, sviluppata nel paese, essenziale per mantenere fertili i terreni agricoli.

A quanto ammontano gli investimenti nel settore?

Nel 2010 le compagnie petrolifere cinesi hanno investito più di 13 miliardi di dollari per espandere la propria presenza in America Latina. Una penetrazione a suon di accordi commerciali e industriali per aggiudicarsi petrolio e gas naturale, che fa tremare l'egemonia americana nel «cortile di casa». Inoltre La Cina investirà 23 miliardi per costruire tre raffinerie in Nigeria grazie alla collaborazione tra la Nigerian National Petroleum Corporation (Nnpc) e la China State Construction Engineering Corporation Limited. La Cina ha intrapreso un’enorme campagna di investimenti nel mercato africano, difficilmente quantificabili in cifre, mostrandosi altamente competitiva alle tradizionali compagnie occidentali.

Dove operano le compagnie petrolifere cinesi?

Le compagnie statali cinesi operano in Venezuela, Brasile, Argentina, Ecuador, Perù, Colombia, Cile, Bolivia, Angola, Nigeria, Sudan, Gabon, Congo Brazzaville, Guinea Equatoriale, Mauritania, Niger, Kenya, Algeria, Libia, Somalia. Sembra così lontano il 1993, quando una sussidiaria della China National Petroleum (Cnpc) si aggiudicò i diritti per l'estrazione nel campo di Talara, sulla costa nord del Perù: la prima acquisizione energetica cinese nel continente. Oggi Cnpc, con la sussidiaria Petrochina, è impegnata in più di 90 progetti oltremare, tra cui pipeline per importare petrolio e gas naturale e abbassare nel prossimo futuro i costi di spedizione.

La Cina gode di rapporti privilegiati con qualche paese detentore di materie prime?

Il rapporto con il Venezuela in particolare vive il suo miglior momento da quando il presidente Hugo Chavez è alla guida del paese. Alla base di tutto c'è la join venture del 2007 tra Cnpc e Petroleos de Venezuela che ha preso parte al piano d'investimenti da 40 miliardi di dollari, con scadenza 2016, stabilito da accordi congiunti. Il paese latinoamericano, già diventato il primo fornitore di petrolio grezzo e raffinato e il terzo di idrocarburi, aumenterà ulteriormente l'export giornaliero verso la Cina.Nello stesso periodo, la Shanghai Petrochemical (Sinopec) ha rilevato per 2,45 miliardi di dollari le concessioni petrolifere nelle province argentine di Santa Cruz, Mendoza e Chubut di proprietà dell'americana Occidental Petroleum. Sinopec in autunno aveva già acquisito il 40% delle unità della controllata brasiliana della compagnia spagnola Repsol (con un accordo da 7,1 miliardi di dollari) aggiudicandosi lo sfruttamento di riserve offshore in Brasile. La Cnooc (Chinese National Offshore Oil), ha messo piede in Sud America nel marzo 2010 rilevando metà della Bridas, storica holding dell'energia di Buenos Aires, per 3,1 miliardi di dollari - e si era già aggiudicata una grossa fetta dell'argentina Pan American Energy, sborsando più di 7 miliardi di dollari per alcune quote di partecipazione di proprietà Bp. Infine, la ditta petrolchimica commerciale Sinochem nel 2010 ha partecipato al banchetto con 3 miliardi di dollari, rilevando dalla norvegese Statoil Asa il 40% dei giacimenti offshore nel grande Bacino di Campos al largo Rio de Janeiro, in Brasile.

Come mai la Cina riesce penetrare in questi mercati?

Le aziende occidentali sono disposte a cedere risorse in America Latina per almeno due motivi: le imposte elevate e le leggi per la tutela dell'ambiente. L'exploit cinese invece è protetto dal pieno appoggio delle agenzie di sostegno al credito dello stato, con China Development Bank (Cbd) e la Export and Import Bank of China (Eib). La Cina nel 2010 ha speso in totale 38,8 miliardi di dollari a livello globale per tutelare la propria sicurezza energetica, mantenere la crescita economica del paese e andare incontro al boom della domanda interna d'energia. Un altro punto a favore di Pechino negli accordi con i paesi sudamericani è il sostegno allo sviluppo locale con prestiti finanziari ai governi, costruzione di infrastrutture e investimenti in diversi settori industriali. Fatto stà che la «colonizzazione energetica cinese dell'America Latina» viaggia a pieno ritmo.

giovedì 24 novembre 2011

La patata è bollente

Ascoltate il menestrello e riflettettiamo un pò sul nostro futuro

E' da tempo che ci interroghiamo sulla situazione in Italia, Europa, sul nostro futuro. Questo blog da tempo aveva previsto la situazione attuale. Ricordate il post intitolato:

E’ GUERRA FINANZIARIA!

e

NUOVE OPPORTUNITA' PER I GIOVANI: PERCHE' NON CHIEDI ALL'AMICO DI PAPA'?

e

Prima mi rialzo e poi collasso


Mi dispiace doverlo confermare, ma avevamo visto lungo, noi insieme ad altri notevoli blog economici e indipendenti, primo tra tutti vorrei ringraziare il network di Mercato Libero, che mi ha insegnato veramente tanto.
Ritorniamo a noi. Non voglio fare teoria ma un punto della situazione, visto che di tempo non ne abbiamo.

  • I mercati finanziari, che sono il termometro dell'economia, crollano. Ci dicono che c'è troppo debito e poca fiducia;
  • In Grecia, Italia e Spagna i poteri forti hanno fatto cambiare il Capo del Governo. In Spagna il successore almeno è stato eletto in maniera democratica. In Italia ci mettono addirittura un banchiere. Per quanto Monti possa fare un bel lavoro, io non mi sono mai fidato delle banche, sarà perchè la principale colpa di questa situazione ce l'hanno loro?
  • Se il debitore fa la fortuna dell'usuraio...in Italia l'usuraio è entrato a casa del debitore. Forse sarà per questo. Forse sarà anche perchè io non ho mai eletto questo Parlamento (ormai si vota il capo bastone senza preferire nessuno). Monti è stato nominato da Napolitano e Draghi. Ma Napolitano e Draghi voi li avete votati? Io no.
  • L'Unione Europea...oh mio Dio. Che gran casino hanno fatto con quest'Unione Europea. Proprio l'Europa, con un patrimonio culturale da far invidia a tutto il mondo. Noi europei abbiamo insegnato il Diritto,la democrazia, la cultura nel mondo, il sistema bancario... e siamo stati in grado di creare quest'assurdità di tali dimensioni. Abbiamo messo da parte la democrazia, la capacità di rivolta, la morale e il buon senso. Quando penso a quest'Europa...mi incomincio ad agitare...perchè il problema è molto più complesso. Incomincio a pensare cosa starà pianificando quest'Europa... alla Merkel e il vice Sarkozy che complottano...Eurobond, Spread,i Piigs, la BCE che non ha l'inchiostro e la carta per far funzionare le stampanti...che rabbia!!!


Quindi facendo un punto della situazione, cercando di trovare una possibile soluzione e salvaguardare i nostri risparmi o il nostro futuro:
1) noi siamo i clienti di una quantità enorme di esportazioni germaniche;
2) se noi andiamo a puttane loro ci seguono a catena;
3) perche' hanno voluto l'Euro se poi non vogliono gli Stati Uniti d'Europa?
4) se i tedeschi non rompevano e fossimo intervenuti subito con la Grecia con 50 miseri miliardi ora non ne avremmo perso x volte tanto in capitalizzazione di borsa e di bond e di tassazione;
5) finchè le economie non si saranno allineate alla più forte, il sogno della UE rimarrà solo miraggio. La sterzata la potrà dare solo la politica, quella buona, così da rivoluzionare l'intero sistema speculativo che grava sempre di più sulle popolazioni, vittime innocenti, i quali non mostrano alcun segno di rivolta verso i potenti sistemi organizzati;
6
) stanno facendo lo stesso errore che fece l'America nel 29 non dando liquidità al mercato;
7) hanno paura dell'inflazione... Staranno meglio con la deflazione??? mhà! Gli Usa hanno stampato e non mi pare abbiano tutta quest'inflazione, anzi hanno una moneta + competitiva e che esporta di più, dando linfa importante alle imprese;
8) se tanto non lo fanno loro, il mercato gli imporrà di farlo, vedi Grecia e Italia solo che ci costerà tantissimo;
9) resteranno isolati dal resto dell'Unione creando povertà e conquistando le nostre quote di mercato;

10) su una cosa Silvio il marpione aveva ragione: e' una culona inchiavabile!

venerdì 21 ottobre 2011

Gheddafi muore, l'Italia perde, la Nato vince...e i libici?




Avendo fatto una tesi di laurea su “I rapporti italo-libici dall'indipendenza della Libia ad oggi” sono stato premiato ricevendo un incontro con Muhammar Gheddafi nelle sale private del rettorato della Sapienza Università di Roma l'11 giugno del 2009. Una copia della tesi venne regalata a Gheddafi, un'altra, in mio possesso, venne autografata con dedica in arabo, la cui traduzione è: “Con amicizia ed affetto, Muhammar Gheddafi”. Dopo questo scambio di doni Gheddafi tenne un discorso trattando parte della tematica della mia tesi: I danni legati al colonialismo, il diritto dei popoli che lo hanno subito a venire indennizzati ed i problemi legati al terrorismo.

Devo ammettere con tutta franchezza che se Gheddafi avesse letto la mia tesi e considerato il capitolo sui rischi politici della Libia, oggi non avrebbe fatto questa fine. Ponevo l'attenzione sull'ondata democratica che avrebbe attraversato la popolazione e la tenuta del regime, collegando tali pericoli ai rischi economici per le imprese italiane con interessi in Libia. Una transizione democratica graduale era l'arma vincente del regime ma Gheddafi, convinto di se, dichiarò nella stessa occasione a tutta la platea: << Secondo voi siete in democrazia? Secondo voi tutti i popoli hanno bisogno di democrazia? L'Africa non ha bisogno di questo ma di pane e acqua. La colpa dei nostri problemi è il modello coloniale che permette milioni di persone di morire di fame. E' questa la democrazia?>>.

Sono passati meno di due anni da quel giorno e le ondate rivoluzionare hanno colpito il nord Africa, senza risparmiare neppure lo Stato con il reddito pro-capite più alto d'Africa, ovvero la Libia.

Nel dare una considerazione personale a quello che è accaduto in Libia bisogna fare quanto meno un breve quadro:

Con la rivoluzione di Gheddafi in Libia fu nazionalizzato il petrolio, cacciate le basi militari inglesi e americane e la Libia divenne italiana. Al contrario di quanto si poteva immaginare dalle dichiarazioni pubbliche di Gheddafi e dalla cacciata degli italiani, l'Italia con lui riconquistò la quarta sponda. La maggior parte delle commesse di petrolio andarono all'Eni e aziende italiane fecero affari d'oro: Impregilo, Finmeccanica, Saipem, Maire Tecnimont, Ansaldo, Enel e altre imprese minori. Per questo l'Italia salvò più volte la vita a Gheddafi quando gli Stati Uniti lo bombardarono e organizzarono diversi attentati segreti. Lo salvò addirittura Craxi chiamandolo personalmente. La Libia era nostra dagli anni 70 a ieri. Le potenze della Nato, in primis Francia e USA, hanno approfittato della debolezza del Governo italiano fornendo armi ai ribelli, manipolando l'informazione, per soffiarci uno dei più grandi giacimenti al mondo di petrolio e gas. L'Italia ha commesso un grave errore di politica estera e ha confermato la sua fama storica di traditrice.

Da italiano mi vergogno della nostra politica estera, della nostra debolezza ed esclusione dai circuiti dei poteri mondiali. Umanamente sono contento per i libici e auguro loro un futuro prospero. Ho diversi amici libici che hanno combattuto questa guerra, li sentivo tutti i giorni e avevo l'anteprima della situzione. A loro non importava che fossero ricchi, che ricevevano proventi del petrolio solo perchè cittadini libici, che senza Gheddafi sorgessero problemi con le tribù, importava solo essere liberi. Quando hanno bloccato Facebook non li ho sentiti per mesi, su Skype non si collegavano, temevo che fossero morti e pregavo il mio Dio per loro. Gli ultimi messaggi ricevuti erano di paura, cambiavano continuamente case e città per il timore di essere rintracciati. Per fortuna qualche giorno fa li ho risentiti tutti. Sono vivi, felicissimi e ce l'hanno fatta.

Che io abbia conosciuto Gheddafi, che apprezzi delle sue politiche e teorie come il non piegarsi allo strapotere mondiale poco importa. Che l'Italia abbia perso una zona di grande influenza e che venga derisa all'estero mi importa ancor meno.

In questo momento con il cuore sono a Tripoli, a Misurata e in altre città della Libia, a gridare insieme ai miei amici:

Viva la Libia, viva la libertà, viva Allah!

giovedì 13 ottobre 2011

Vogliamo solo essere liberi


Visto le mail ricevute in questi giorni rispondo direttamente con un post, sperando di chiarire ogni dubbio anche ai lettori:

1) Il Portale delle Libertà non ha nulla a che vedere con il PdL, anche se effettivamente la nuova grafica del blog ci si avvicina. Il cielo e le nuvole non sono di centro-destra ma di tutti;

2) Il Portale delle Libertà non fa parte del Portale delle Libertà dei siti di destra che trovate sul motore di ricerca su Google. Siamo nati prima noi di loro!

3) Il progetto Molisannio è stato scritto da noi e copiato dal partito Lega Sannita senza richiesta di consenso. Noi non ne facciamo parte e non lo vogliamo. Avevamo lanciato il progetto chiamandolo Lega Sannita Democratica (c'è la parola democratica in +). Se c'è gente senza idee che copia e ci fa un partito è triste. Poco ci importa, tanto la gente non è stupida e comunque ci occupiamo di altro. Siamo un gruppo di progetti, di idee e apolitico.
Chi voglia collaborare con noi sul MOLISANNIO può farlo scrivendo sul nostro gruppo Facebook...collaborare non significa chiedere voti ma diffondere il progetto, sensibilizzare, raccogliendo firme, proponendo...


Ricapitolando: Non siamo del Popolo delle Libertà!
Non siamo assolutamente della Lega Sannita!

SIAMO LIBERI! APOLITICI! GIOVANI!
fa così strano?

mercoledì 12 ottobre 2011

I LOVE SHANGHAI







Pochi Paesi stranieri incuriosiscono oggi quanto la Cina, ancora per molti versi misteriosa anche se già da anni la linguetta "Made in China" fa capolino da manufatti, macchinari, abiti, gadgets, borse, scarpe, abbigliamento sportivo delle più note multinazionali europee e americane in vendita nei nostri negozi, e le comunità cinesi con i loro bottegoni stanno prendendo sempre più campo in quasi tutte le città italiane.

Proprio perché sono consapevole che il mio viaggio in Cina mi ha fatto compiere solo pochi passi verso la comprensione delle mille sfaccettature di quel Paese, ho lungamente tentennato prima di intraprendere la stesura del resoconto. Ho viaggiato molto e amo la ricerca e la conoscenza di nuovi mondi, di civiltà diverse, di situazioni e modi di vita inimmaginabili.

Questa esperienza è stata per me così straordinaria, ed ha segnato in modo così indelebile e positivo la mia vita, da farmi sentire la necessità di raccontarla, addirittura di consigliarla a tutti.

Sono stato a Shanghai per tre mesi a fare uno stage in una società di consulenza, vita dinamica, eccellente vita notturna, alto potere d'acquisto e delirio totale. Tutte le paure iniziali ad affrontare un Paese del genere sono svanite in pochi giorni. Shanghai è una città sicurissima, economica, moderna e piena di entusiasmo.

SHANGHAI è la più occidentale delle città cinesi e quella che risente maggiormente dell’enorme boom economico e finanziario che sta attraversando in questo momento il Paese: si presenta non come una metropoli ma un enorme e spaventoso centro commerciale e non c’è strada, vicolo, cortile, anfratto o luogo dove non si svolga un commercio e a qualsiasi ora le sue vie brulicano di gente intenta a far shopping di ogni cosa: cibo, vestiti, oggettistica, scarpe, borse e chi ne ha più ne metta. Il vero Paese dei Balocchi per un'occidentale. La Cina sta vivendo un momento di rinnovamento strutturale, ambientale, sociale, urbanistico, economico dai ritmi vertiginosi, i termini del quale possono essere percepiti da noi occidentali in misura solo parziale, con il sempre presente rischio di travisamenti. Rendiamo la cosa più interessante con delle domande e risposte:

Come sono questi cinesi?


Dopo secoli di umiliazioni e depressione, ora i cinesi sono ottimisti come non mai. Il prodotto interno lordo del Paese cresce all'impazzata e ogni abitante si sveglia, confidando nel fatto che domani sarà meglio di oggi. I cinesi sono per natura curiosi, attratti dal diverso. Ti osservano, ti imitano. Ricordo una bellissima immagine che mi ha colpito, con una bambina che mi guardava da lontano incuriosita e timida, poi si avvicina, mi tira i peli delle gambe e se ne scappa. Non aveva mai visto i peli delle gambe. Di episodi analoghi ce ne sono un'infintà, dalle foto agli autografi (quando insegnai in una scuola). Io ero il diverso. Una diversità che non era vista come contrasto ma come ammirazione. Noi italiani godiamo in Cina un grandissima stima, completamente il contrario di come noi vediamo i cinesi in Italia. Gli italiani sono accolti con grande simpatia. In quanto, in fondo, secondo me non del tutto dissimili da loro. Entrambi i popoli hanno uno spiccato senso per tutto ciò che è curioso, amano affrontare i problemi davanti a un buon piatto fumante o a una bevanda alcolica, hanno il culto della famiglia, e condividono un retaggio culturale plurimillenario. Tutti elementi che nel vasto panorama geopolitco mondiale, per lo più, solo Cina e Italia possono vantare. Eppure è una simpatia e intesa unilaterale, peccato.

E' vero che i cinesi lavorano solo?

I cinesi amano fare abbondanti mangiate in compagnia, giocare a dama o a majiang, giocare a dadi, allenarsi al badmington o al tavolo da ping pong, cantare al karaoke, ballare. Valori importanti per loro sono lo stare insieme in armonia, la salute fisica, il successo e, non di meno delle voci precedenti, il denaro. Non a caso li chiamano gli ebrei d'oriente. I cinesi sono dei grandissimi lavoratori, hanno un alto senso di responsabilità ma purtoppo è bene carente la sfera critica e umanistica.

La famiglia, è importante?

La famiglia è fondamentale nella società cinese. Però, il concetto di famiglia da queste parti va inteso come una entità più allargata, che a volte copre anche le amicizie più strette e le parentele più lontane. Del resto in Cina dai primi anni ‘80 vige la politica del figlio unico, e dunque la famiglia in senso stretto raramente arriva a superare i tre membri.


Come sono le donne cinesi?


La vulgata è che le donne cinesi hanno un carattere molto forte e sono particolarmente pragmatiche, sono servizievoli con il proprio uomo in pubblico, mentre comandano in casa. La realtà, è che la donna cinese oggi sta vivendo sulla propria pelle tutte le contraddizioni di una società molto legata al suo passato e che sta godendo di una ondata di libertà e benessere vertiginosi sconosciuti prima. Con tutti i vantaggi e gli svantaggi, i sogni e le delusioni, le disponibilità e i pianti che queste implicano. E' facile vedere per strada spettacoli tipo donne che piangono e fanno dei capricci davanti agli uomini, battono i piedi e strillano. Se stessi nei panni dei ragazzi...temo che gli schiaffi non si risparmierebbero.
Comunque sia non dovete spaventarvi, sono molto attratte dal nostro fascino occidentale e dalla nostra small face.

E' vero che hanno la patata orizzontale le cinesi?

Tornato in Italia, questa è stata sicuramente la domanda che ha riscosso maggiore successo. Davvero! La maggior parte della gente mi ha chiesto questo!
Ma che domanda è? Volete sminuire un'esperienza di vita con la posizione gravitazionale della patata? Andate su qualche sito porno asiatico e controllate se è come la nostra!!

E' vero che fanno rutti in libertà?


Verissimo. Ruttano in pubblico senza problemi. Personalmente non mi dava fastidio, mi sono integrato subito in questo tipo di cultura.
La cosa più schifosa è lo sputo selvaggio. Senti i cinesi in strada e in ogni posto che caricano la gola per lanciare degli sputi pieni di catarro. Te lo fanno in taxi, nel palazzo, sul marciapiede...


Cosa c'è in Cina che in Italia manca?
  • I centri massaggi. Per 3 euro all'ora io li farei tutti i giorni;
  • I taxi alla portata della popolazione e metro funzionanti;
  • Molti cibi e verdure che noi non usiamo e a buon prezzo al ristorante;
  • La voglia di crescere, di creare e di lavorare che in Italia abbiamo perso.
Cosa c'è in Italia che in Cina manca?
  • Il pensiero e il giudizio critico;
  • la redistribuzione delle ricchezze;
  • diritti civili e politici;
  • diritti sindacali;
  • la creatività.
L'episodio più assurdo che ti è capitato?

Per ben due volte ho rischiato di avere seri problemi con la giustizia, per fortuna sono riuscito a farmi capire. La paura è stata tanta e non auguro a nessuno di farsi pure qualche giorno di carcere per accertamenti in Cina. Poi chissà cosa ti fanno firmare in cinese, bisogna mettere di mezzo pure il consolato.
Comunque l'episodio più assurso è stato quando sono andato in vacanza a Guilin con tre italiani per vedere le risaie e i fiumi della zona. Un viaggio stupendo....peccato che due ore prima che avevamo l'imbarco nell'aereo i miei amici hanno scordato i bagagli in taxi con i passaporti di tutti. Non potevamo prendere aereo e treno, senza passaporto non potevamo andare neppure in albergo, a Guilin non esisteva consolato italiano...

come diavolo tornavamo a Shanghai che sta dall'altra parte della Cina? Per farla breve: Eravamo completamente fottuti. Inizia il delirio, tutti che urlano...ad un certo punto però ci stanno dei cinesi che ci facevano il segno con le mani, come per dire OK! Passa il tempo...passa un'ora e arriva il taxi con i nostri bagagli. Incredibile. C'era un guardiano di un edificio che si era segnato sulla mano la targa del taxi e lo ha rintracciato. Assurdo!! A questa guardia delle sicurezza gli abbiamo regalato 10 euro. Lui non li voleva accettare...ma a noi ci ha regalato la felicità e con quei soldi si sarebbe levato parecchi sfizi. Era la cosa giusta. Tutti felici e contenti.

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