La colpa è
di Solagrital! Non, non è vero, è di Arena! No, è della Regione Molise! No, è
della crisi del mercato avicolo! No, è di Di Dario!
Sotto queste
continue e ripetute accuse, si riassumono le colpe date ad un fallimento. Un
fallimento in cui tutti sono colpevoli. Un fallimento di un intero sistema le
cui amare conseguenze le hanno subite i poveri lavoratori di questo indotto e i
molisani che hanno visto buttare al vento, e nelle tasche di qualcuno, anni e
anni di tasse. Se ogni molisano si fosse messo nel portafoglio i soldi dati
nell’avicola, oggi avrebbe qualcosa tipo 25.000 euro. Non male questo business,
avremmo mangiato pollo per generazioni con quei soldi, invece i polli da spennare
sono stati proprio i molisani. Cerchiamo di fare un quadro che riassuma
finalmente la storia dei polli spennati.
Nel 1995
Dante Di Dario, attraverso l’acquisto del complesso industriale di Bojano e,
successivamente del Marchio Pollo Arena, entra a pieno titolo nel business
avicolo. Nel 2003, Di Dario lanciò un’Opa sull’ex Roncadin e a seguito di una
fusione quotò Arena sulla Borsa italiana.
Arena
cresceva, era una grossa holding nel settore alimentare, nell’avicola ai primi
posti insieme ad Aia ed Amadori. Il fatturato cresceva in una maniera
impressionante, continuava ad allargare i suoi business acquistando altri
marchi e arrivando ad avere 7 stabilimenti produttivi in tutta Italia, con
prodotti che arrivavano perfino in Germania e dintorni.
Di Dario
cavalcava un boom, forse però fece il passo più lungo della gamba o qualcosa
comunque non ha funzionato e Arena è praticamente crollata. Il titolo azionario
dal giorno delle quotazione vale - 98,36%.
Il marchio
Mare Pronto è finito di proprietà della famiglia di Di Dario, uno stabilimento
produttivo venne convertito in centro commerciale, la produzione concentrata su
Termoli. Nel settore avicolo sono stati chiusi tutti gli stabilimenti e l’unico
rimasto aperto è Bojano, dove chi produce non è Arena ma Solagrital, di
proprietà della Regione Molise. Arena commercializza solamente i polli. Di
Dario affidò la parte più rischiosa, come quella della filiera avicola, al
Molise, e ci mise pure un nipote alla dirigenza Solagrital.
Un bel
macigno di problemi scaricati su una regione e operazioni finanziarie di dubbia
tracciabilità con società lussemburghesi, obbligazioni emesse a livello
europeo, 130 milioni di euro in obbligazioni bruciati e mai restituiti.
Obbligazioni poi convertite in azioni, coinvolgendo perfino la banca americana
JP Morgan.
Non solo i
molisani ci hanno rimesso, anche gli azionisti Arena sparsi per tutta Italia,
gli obbligazionisti sparsi a livello europeo e anche la banca americana JP
Morgan. Chissà chi ci ha guadagnato!?!
Di Dario
dice che la colpa è di Solagrital che gli vende i polli al di sopra dei prezzi
di mercato costringendo Arena a commercializzare i polli sottocosto per reggere
la concorrenza. Solagrital dice che
Arena non gli paga i polli, ed è vero, molte volte è stata pagata convertendo i
crediti in azioni, costringendola a liquidarle sul mercato diluendo il prezzo
delle azioni fino alla prossimità dello 0.
I due partner entrano in crisi e Solagrital vende i suoi prodotti anche
ad Aia, ad un certo punto non vende più neanche un pollo ad Arena
abbandonandola alla sua ormai meritata sorte. Arena oggi è una società quotata
in borsa, che non vende più nulla, piena di debiti ed è stata pure cacciata
dagli uffici di Bojano.
Cos’è oggi Arena? Solo un marchio quotato a Piazza
Affari? Le quotazioni che perdono il 98% con un valore intorno agli 0,0022 a
mio avviso, che lo vogliano oppure no la Consob o i revisori, è il risultato di
un fallimento.
Per quanto
riguarda Solagrital, la gestione è pessima, un veicolo che ha bruciato cassa e
polli costringendo la Regione Molise a dare un finanziamento dopo l’altro per
tenerla in vita e per pagare stipendi agli operai. In verità la Solagrital è
stato un’altro veicolo per la Regione, per far assumere operai con contratti a
6 mesi o ad un anno, mettendo addirittura gli assunti in cassa di integrazione
per assumere altri, ottenendo un consenso politico ed elettorale. Una politica
fatta di sperperi e assistenzialismo, invece di puntare su politiche
profittevoli.
Quando un
competitor di Arena, ai primi posti a livello nazionale fece una proposta per
acquistare lo stabilimento di Bojano e renderlo efficiente, pare che
quest’ultimo obiettivo comportava di licenziare il 50% degli operai. Sarà per i
licenziamenti difficili da attuare per questioni sindacali o politiche, sarà
che l’offerta non è piaciuta a Solagrital o la Regione, ma non se ne fece più
nulla. Quindi se Bojano per essere produttiva ha bisogno di un dimezzamento
degli operai è pure lecito immaginare una certa normalità nelle perdite
costanti nei bilanci di Solagrital.
La colpa di
questo disastro è di tutti, i vantaggi sono numerevoli e ingenti per pochi. I
molisani, dei polli non solo spennati ma anche vittime di politiche sbagliate,
di assistenzialismo e di un mancato tessuto produttivo privato.